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mercoledì 23 febbraio 2011

Il Renzin fuggiasco (seconda parte)

Quelle parole fuormi pria minaccia
quinci volsi in bene il suo gran dire
ei rivolgeva a tutti comando da magnaccia,
e i profondi miei desii feci partire.
"Meglio ancor del nano potrei gestire,
con men dinari ma istesso fare,
col dispensar promesse potrei partire
e terminar sul Colle a comandare".

Quando lassai il nano e la sua corte
aveo pien le tasche e la milza vota,
se è ver che d'alma quella son le porte
l'aveo lassata come pargola alla rota.
Fei proseguo per Fiorenza
silente giunsi al Vecchio mio Palagio
d'olivi e querce avrei in toto fatto senza
del vivere di quello volevo fare plagio.
Cantai le lodi poi di quell'Insonno
che di travaglio e carri facea merce
con cui l'Arti tutte infin Marchionno
un patto gravido di clausole più lerce.

Felice e tronfio composi il manoscritto
"Fuori" urlava il titolo sul mio faccino imbelle
ne parlavo fiero su d'un panco stando ritto
e finii a rottamar dei lavorator la pelle.

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